11 10/19

Dove va l’economia italiana e gli scenari di politica economica: rapporto del CSC

Il Rapporto di previsione del Centro Studi Confindustria conferma la sostanziale stagnazione dell’economia italiana, già delineata nelle previsioni di primavera. Più che in passato, molto dipenderà dalle scelte di politica economica e in particolare da come il Parlamento italiano modificherà l’attuale legislazione, che prevede un aumento dell’IVA e delle accise per 23,1 miliardi di euro a partire dal 1° gennaio 2020.

"In uno scenario a “politiche invariate”, includendo il rialzo di IVA e accise e le spese indifferibili, il PIL rimarrà fermo non solo nel 2019 ma anche nel 2020 – riporta il CSC -. Se invece l’aumento delle imposte indirette venisse annullato e finanziato interamente a deficit, il PIL crescerebbe dello 0,4 per cento nel 2020, ma il rapporto deficit/PIL sarebbe pericolosamente vicino al 3 per cento, retroagendo sulla crescita: rimarrebbe al di sotto di questa soglia solo se i risparmi acquisiti dal minor utilizzo di Quota 100 e Reddito di cittadinanza andassero interamente a riduzione strutturale del deficit. Nelle intenzioni del Governo – rappresentate nella Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (NaDEF) di inizio ottobre – malgrado la sterilizzazione degli aumenti IVA, il deficit sarà al 2,2 per cento del PIL. Spetterà al disegno di Legge di bilancio specificare esattamente le coperture. L’economia italiana, quindi, è ancora sulla soglia della crescita zero, rischiando di cadere in recessione in caso di eventuali nuovi shock, che soprattutto dal fronte estero sono sempre possibili, come mostra l’elevatissimo grado di incertezza oggi presente sui mercati".

Leggi la la versione integrale del Rapporto del Centro Studi Confindustria.


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